Postura e Alimentazione
Anche se cercate di stare in movimento, fate attenzione: stare seduti per molto tempo, potrebbe aumentare la circonferenza del fondoschiena. Gli scienziati della Tel Aviv University hanno scoperto che la pressione esercitata sulle aree del corpo usate per stare seduti o sdraiati produce fino al 50 per cento di grasso in eccesso, localizzato nelle stesse zone. Secondo quanto si legge sull’American Journal of Physiology – Cell Physiology, le cellule pre-adipociti, che sono precursori delle cellule grasse, si trasformano in cellule adipose e tendono a produrre ancora più grasso quando sono soggette a carichi meccanici estesi per lunghi periodi. Proprio il tipo di carico cui sottoponiamo i nostri tessuti quando ci sediamo oppure ci sdraiamo. L’obesità è più di un semplice sbilanciamento di calorie: le cellule sono sensibili anche alle sollecitazioni meccaniche dell’ambiente. Le cellule grasse producono più trigliceridi e più velocemente quando esposte a uno stretching statico. Bisogna quindi porre attenzione a quanto restiamo seduti, oltre che a quello che mangiamo. La maggior parte delle persone sta adottando in questo periodo di quarantena posture scorrette. Molti si dedicano alle faccende domestiche, altri hanno interrotto i loro allenamenti, c’è chi si ritrova ore e ore alla scrivania per lo smart-workin e così senza volerlo si è di fronte ad un cambiamento “posturale” ed un aumento di peso. Gli esercizi posturali sono ben precisi e possono essere consigliati a distanza, a chi ha già fatto un percorso di rieducazione posturale, altrimenti sarebbe opportuno dedicarsi ad un pò; di stretching mattutino cercando di allungare la colonna vertebrale ed effettuare esercizi di respirazione profonda attraverso la quale possiamo allungare muscoli profondi anche della colonna vertebrale. È inoltre importante prestare attenzione ai movimenti quotidiani. Durante le pulizie è bene piegarsi sulle gambe ed evitare di abbassare ogni volta la schiena ed indurla ad un vizio biomeccanico continuo il quale potrebbe portare contratture muscolari. Morale della favola, allenatevi e alzate il sedere dalla sedia un pò più spesso!
La Pelle a Tavola
Il collagene e l’elastina sono due proteine fondamentali per la pelle perchè costituiscono la sua struttura, come se formassero una sorta di “impalcatura” che tiene coesi tra loro gli strati cutanei. Collagene ed elastina sono responsabili dell’elasticità, della densità e del turgore della pelle, ovvero le caratteristiche per mantenere la pelle giovane. Osservate al microscopio, il collagene e l’elastina hanno la forma di fibre, simili a quelle che compongono i materiali molto forti, come ad esempio l’acciaio. Si trovano nella matrice extracellulare del derma, e vengono prodotte da cellule specifiche dette fibroblasti. Purtroppo, la produzione di collagene e l’elastina inizia a diminuire gradualmente già a partire dai 20 anni. E ciò può determinare una perdita di elasticità e tonicità della pelle: i tessuti cominciano a cedere, modificando l’ovale del volto e l’aspetto dei lineamenti. La buona notizia la troviamo ancora una volta negli alimenti che mangiamo, ci sono infatti cibi capaci di rallentare la perdita di collagene ed elastina e di stimolarne la produzione. Quindi quali alimenti? Sicuramente quelli ricchi di vitaminica C, indispensabile per la produzione di collagene ed elastina A tal scopo, l’assunzione giornaliera raccomandata è compresa tra 75 e 90 mg, cioè la quantità che si ricava mangiando un’arancia o un kiwi al giorno. Ancora tutti i cibi a base di lisina, un aminoacido presente in grande quantità nella struttura del collagene, ma che l’organismo non riesce a sintetizzare. La quantità raccomandata di lisina è compresa tra 2 e 3 grammi al giorno. E si può facilmente raggiungere mangiando pesce (tutte le specie), carne (soprattutto bovina e suina), formaggio e frutta a guscio. Un sale minerale essenziale per aumentare la produzione di collagene ed elastina è il manganese. In questo caso, la quantità giornaliera raccomandata varia in base al sesso: agli uomini è suggerita un’assunzione quotidiana di 2,3 mg; alle donne, invece, sono sufficienti 1,8 mg al giorno. Cibi ricchi di manganese sono: ananas, noci, cereali integrali, verdure a foglia verde e tutte le specie di alghe marine. Un altro minerale “elasticizzante” è il rame. Si trova in molti alimenti, ma le maggiori concentrazioni sono presenti nella carne, nei molluschi, nelle noci e nei semi (di girasole, lino, chia, sesamo). Buone quantità di rame si trovano nei cibi integrali, come pane e pasta. Un pò; meno ne sono ricchi frutta e verdura, ma in compenso ne è ricca la frutta a guscio, i legumi e i funghi. Con questi cibi, una pelle soda ed elastica di viso e corpo è garantita! A volte dobbiamo però richiedere aiuto all’integrazione, quando non sia possibile riuscire ad inserire correttamente tutti questi alimenti nella dieta.
Allergia o Intolleranza?
I termini “allergia” e “intolleranza” indicano entrambi una reazione indesiderata quando il nostro organismo viene in contatto con una determinata sostanza, ma dal punto di vista clinico sono completamente diverse. Cosa cambia, soprattutto in ambito alimentare?
L’allergia alimentare è una reazione ad alimenti o a componenti alimentari che attiva il sistema immunitario. Un allergene – proteina presente nell’alimento a rischio che nella maggioranza delle persone è del tutto innocua – innesca una catena di reazioni del sistema immunitario tra cui la produzione di anticorpi IgE. Questi anticorpi determinano il rilascio di sostanze, come l’istamina, che provocano vari sintomi in relazione all’organo coinvolto. L’intolleranza alimentare, invece, coinvolge l’apparato gastrointestinale ma non il sistema immunitario. Un tipico esempio è l’intolleranza al lattosio: le persone che ne sono affette hanno una carenza di lattasi, l’enzima digestivo che scompone lo zucchero del latte.
Tra gli allergeni alimentari più diffusi vi sono le uova, il latte vaccino, la soia, il grano, i crostacei, la frutta, le arachidi e vari tipi di noci. È importante fare una diagnosi precisa, senza operare delle eliminazioni preventive, senza un reale fondamento: in questi casi, infatti, diventa poi più difficile reintrodurre successivamente l’alimento.
È stato stimato che le allergie alimentari si manifestano nell’1-5% della popolazione adulta, ma il dato può salire come conseguenza del fatto che spesso sono correlate alle allergie inalatorie. L’incidenza è più elevata tra i bambini piccoli, con una stima tra il 3 e il 7%. La presenza di casi di allergia in genere in famiglia, inoltre, è uno dei fattori che permette di prevedere i problemi alimentari di tipo allergico. Generalmente, in una buona percentuale dei casi, l’allergia viene superata con l’età scolare, soprattutto per latte, uova e grano.